pearls before swine


- Non è famiglia tua.
Le camerate di Hall Point sono per tutti quelli che non possono permettersi una stanza intera e si accontentano invece di un posto letto. E' notte fonda (o almeno: lo è su qualche pianeta dei sistemi più vicini allo skyplex) quando sente i piedi di Pearlie Chapman tallonarle le scapole. Si preme un palmo sulla tempia e spera che quella sensazione svanisca presto. Si decide a risponderle solo quando capisce che non andrà via senza aver fatto sentire qualche altro calcio.
- Lo so.
- Non è nemmeno un tuo amico.
- So anche questo.
- Perché?
- Perché cosa.
- Perché non è un tuo amico? 
- You fockin' kiddin' me?
- L'aria da non-me-frega-un-cazzo la condividete bene. Fareste un sacco di bei ragazzini apatici.
Se potesse cavarsi dalla testa la risata stridula di Chapman lo farebbe, ma la verità è che sentirla vicino in qualche modo riesce a consolarla, a farle sentire calore. Perché quel calore lo sente: sente il suo corpo ai piedi del letto e il modo fastidioso in cui tira le coperte e rosicchia spazio sul materasso a una piazza puzzolente del sudore di tutte le persone che a un certo punto hanno deciso di scoparci sopra. Non la cerca con gli occhi, però: questo l'ha imparato presto.
- Cristo Bernàrd, fattela una risata ogni tanto. Non sei ancora morta.
- Stasera gli ho detto che vivere è un inconveniente.
- Di sicuro ti comporti come se lo fosse.
- Sono mesi... un anno ormai, che navigo, e non so dove cazzo sto andando.
- Sei sempre stata piuttosto drammatica nel gestire il lutto. Ti ricordi quando tirò le cuoia quel gatto a cui andavamo a portare da mangiare ogni giorno? Gesù, non hai parlato per un mese. Pensavo ti saresti buttata dal tetto della scuola.
- Avevamo otto anni.
- Yeah, well. Still.
- Non ho intenzione di perdere più nessuno.
- Non c'è rischio, finché continuerai a tenere tutti a un braccio di distanza.
- Esatto.
Sente Chapman sospirare e arrampicarsi lungo il letto. Rabbrividisce nel sentire le sue unghie sempre troppo lunghe bussarle sulla nuca. Le fa posto, si lascia respirare contro una guancia. Ha un respiro caldo e odora di tabacco Cheltenham: lo può sentire così bene da farle paura.
- Sai una cosa, Jules: dovresti ricominciare a comprare nootropam. 
- Il nootropam mi schiarisce la testa, Pearlie.
- E da quando è una cosa negativa?
- Da quando pensare chiaramente è una cazzo di tortura. 
- Sapresti metterci una data?
- Sì. 
- Ti manco, Bernàrd?
- Qualche volta.
- Potresti farti viva, tanto per cambiare.
- Ho altro da fare.
- E cosa, sei sola come una fottuta stronza.
- Meglio così.
- Bernàrd.
- Cosa.
- Non chiamarmi mai più Pearlie o ti ammazzo, giuro su Dio.
Le lascia un bacio umido dietro l'orecchio che la fa addormentare. Quando si risveglia, ore più tardi, Chapman se ne è già andata via da un pezzo.