to be governed


Hexham, Hera, 6 Maggio 2501
- La prossima volta butteranno la chiave, Jules.
Thomas la guardò alzarsi da dietro le sbarre della cella dello sceriffato, in cui era stata trattenuta per cinque giorni, mentre tutti i suoi compagni erano stati lasciati andare. Lo sceriffo capo, il vecchio Beckett (che era anche suo padre) sperava di spaventarla abbastanza da dissuaderla a ficcarsi di nuovo nei guai con gli anarchici di Youngstown. 

Il vecchio Beckett, però, era appunto un vecchio, e per quanto avesse in simpatia i Bernard, non li aveva mai veramente capiti. Thomas, invece, con i Bernard era andato a scuola. Li aveva visti protestare da ragazzini contro i maestri ("e i loro sistemi retrogradi e totalitari") e li aveva guardati prendere bacchettate sui palmi e i dorsi delle mani fino allo strenuo, senza mai cedere di un passo. Li aveva visti consegnare volantini per lo sciopero di fronte alle fabbriche, sotto il naso dei padroni, e si era sentito prendere spietatamente in giro quando aveva seguito le orme di suo padre, entrando allo sceriffato di quartiere. Non era neanche la prima volta che andava a tenerle compagnia mentre si trovava in cella.
- Lo dice tuo padre?
- Già.
- Rispondigli che i cani dei padroni non ci spaventano.
- Mio padre non è un cane.
- Lo sei anche tu.
Avevano avuto quella conversazione altre volte. Il quieto affetto che aveva sempre navigato tra di loro si era rappreso e nascosto sotto la retorica anarchica. Le aveva cambiato la voce (Thomas avrebbe potuto giurarlo), rendendola più roca e più aggressiva. Prima era più dolce. Si diceva: il suo problema è che ha scelto la causa sbagliata, perché la giustizia ce l'ha sempre avuta nel sangue. Come quella volta che lei e Richard avevano dato una lezione ai ragazzini che gli avevano preso le biglie, o come quando avevano rubato le torte dell'evento di beneficenza che la moglie di Rayes e le sue amiche avevano organizzato per Boros, ridistribuendole boccone per boccone a tutti i figli dei poveracci di Youngstown, di cui facevano parte anche loro, di cui facevano parte tutti tranne pochi, di cui aveva fatto parte anche lui. E' per questo che lui riusciva a capirla, Jules Bernard: erano cresciuti con la stessa fame. 

Ma lei aveva qualcosa di diverso, un'irrequietezza che le vibrava sotto le suole delle scarpe bucate. Qualcosa da dimostrare, dicevano a Hexham: i poveracci con qualcosa da dimostrare sono i più pericolosi di tutti. E per quanto i Bernard fossero scaltri, chi aveva gli occhi aperti sapeva che prima o poi una delle loro bravate anarchiche sarebbe andata male, li avrebbero presi e li avrebbero sbattuti in galera (la galera vera, non le celle dello sceriffato), e tanti saluti. La vide sollevarsi dalla branda e misurare un piede alla volta il quadrato di mattoni e mura rinforzate in cui era incastrata, per l'ennesima volta.
- E' quel Carver, no? Alan Carver? Non ti dovresti fidare di quello, è uno che porta guai, ne puoi sentire la puzza da lontano.
- Alan puzzerà di guai, ma almeno non puzza di servo.
- Mio padre dice che i servi campano a lungo.
Vide Jules spingersi sulle sbarre, avvolgerle con i pugni e poggiare la fronte sul ferro, facendo forza sulle braccia contratte per sollevarsi di pochi centimetri da terra: aveva un corpo teso, fatto di muscoli e lavoro, con le prime cicatrici e un tatuaggio fresco dietro la spalla. Lei lo guardò così da vicino che gli fece girare la testa.
- Meglio vivere poco ma con la testa alta. 
Thomas deglutì, ma la verità è che l'aggressività di Jules non gli era nuova, e lui, a diociott'anni - un uomo fatto e finito, diceva sua madre - non poteva certo lasciarsi intimorire da una ragazzina. 
- Che ne sai di Carver, comunque? Potrebbe essere figlio di chiunque. Non è di Youngstown, qui nessuno l'ha visto prima.
- Il 'Verse non inizia e finisce con Youngstown, Tom. 
Jules si spinse indietro, lasciandogli addosso il vago sentore di un'occasione mancata (qualcosa che avrebbe potuto dire meglio, una battuta che si sarebbe potuto risparmiare in favore di un'osservazione un po' più salace, ma troppo in ritardo?). La guardò ritirarsi, tornare a stendersi sulla sua branda, senza guardarlo.
- A tuo padre puoi dirgli che mi ci può tenere per un mese, qua dentro. Non mi faccio spaventare dal cane di Reyes. 

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Halifax Prison, Hera, 2 Dicembre 2506
- Che cazzo, Jules...
- Che ci fai qui?
Jules lo guardò attraverso l'occhio pesto, parlò con un labbro spaccato, strinse le spalle su una costola incrinata. Il carcere non le aveva spento la rabbia nello sguardo, ma di sicuro le aveva asciugato la carne sulle ossa. Aveva un aspetto nodoso, l'aspetto di un cane randagio che lotta per la salvezza pochi minuti prima di essere abbattuto. Aveva avuto ragione suo padre, il vecchio Beckett, a dire che in carcere non sarebbe arrivata neanche a superare il quinto mese.
- Tua madre mi ha chiesto di venire a vedere come stavi.
- Dille che sto bene.
- Che ti è successo?
- Una discussione con questi criminali di merda.
- Sei in una prig--
- Mia madre sta bene? Sybil, Jermaine?
- Stanno bene.
- Lavorano?
- Lavorano.
- Richard?
Thomas rimase in silenzio. Richard lo aveva visto la settimana prima, nel centro detentivo di Tottenham, a sud. Non aveva una bella cera, e Jules lo capì. 
- Che ci fai qui, Tom?
- Ho parlato con il procuratore, dice che con una buona parola dello sceriffo locale può commutare la pena in un servizio civile. 
- Non lo danno il servizio civile per quello che ho fatto io.
- Lo danno se il servizio civile ti fa rischiare la vita. Sta partendo un battaglione, da Youngstown.
Jules soffiò tra i denti, il disgusto depositatosi sulla pelle.
- Con il cazzo che vado ad ammazzare gente che non conosco per conto dei padroni di questo pianeta di merda. Se la combattano loro la loro guerra fottuta. Non hai letto un cazzo del disegno politico dell'interplanetarismo?
- Preferisci rimanere qui per i prossimi sei anni?
La domanda le bruciò sulla pelle, e invece di rispondere subito si morse la lingua. Rimasero in silenzio, a guardarsi, per un momento lunghissimo.
- Richard.
- Richard cosa.
Jules sospirò, si passò le mani sulla faccia, spazzandosi via dagli occhi il seme della disperazione. Aveva i polsi incatenati.
- Puoi far ottenere lo stesso accordo a Richard?